L’offerta di mezzogiorno
(Agosto1990)
| ||
In memoria delle speranze in un regno, esercizio e prova a ricongiungersi a quello eterno.
Epica sveva e toscana.
| ||
Volgan repente un guardo di disprezzo or che ragioni a’senesi guelfi lor mentovando i ghibellin d’Arezzo, | 3 | |
da oracolar come fecéro a Delfi predissero la pugna a Campaldino in cui fu il fiume rosso come a Melfi. | 6 | |
Certo è a capir che in quel di Casentino i conti al Montefeltro fur valenti quanto gli eroi col franco paladino; | 9 | |
tetra la sera e truce fer le genti colà riunite la campagna fosca, ch’ebbe ad udir que’ postumi lamenti. | 12 | |
“Se i pistoiesi ci batteon di costa- pensai- questo rifiuto dell’impero noi non si sa quanto davvero costa, | 15 | |
Corso Donati, fiorentino nero, le sue milizie già teneva pronte in spregio a’ campi ed all’onor del vero”. | 18 | |
Voglian la guerra i ghibellin dal monte, contro ai senesi e ai guelfi in Fiorenza e in Campaldino tu l’avrai di fronte, | 21 | |
calano giù dal monte, a la sequenza dei conti al Montefeltro del gran Guido verso i toscan che gli daranno udienza; | 24 | |
scendan verso l’Archian col fiero grido fedele per gli svevi a Montaperti, sbarcati, al tempo, per l’etrusco lido. | 27 | |
Cantano i fanti, alla battaglia esperti ed addestrati dal figliol Bonconte e dalla fede che li fa sì certi, 30 | ||
per il sacrato impero, per la Fonte dell’alma umanità, cristiana unita, e della grazia che verrà “sua sponte”, | 33 | |
torni lo stemma a la città fiorita del giglio bianco sopra il campo rosso e dell’imper che ridarà lor vita. | 36 | |
Il papa incoronò, un tal dì, commosso da tante schiere e mani 1 di soldati, pe’ colli sui, che attorniano il colosso, | 39 | |
Ottone primo che, a quei tempi andati, la chiesa volea fosse pio tutore unico, dei precetti comandati. | 42 | |
Fulgido ritornò qual vincitore delle meschin consorterie, in Sassonia, dopo che, a Lechfeld, dimostrò il valore. | 45 | |
Gli ungari e gli infedel fino in Slavonia vinse e fugò, così che il sacro pegno assolse là, che detto a lui fu: “Quoniam | 48 | |
cecidit hostium esecrandum signum”.2
| 48 bis | |
Altri due Ottoni, quindi il forte Arrigo, Corrado e il Barbarossa, furia sveva, che inferse su Milano il gran castigo; | 51 | |
Corrado3 dianzi lui fu; lei aveva condotta in marcia su Gerusalemme verso la terra su cui il sol si leva | 54 | |
già come si levò, presso Betlemme, la stella dei magi al salvatore mosso da Dio, Che lo inviò solenne. | 57 | |
Duemila anni splendé del suo fulgore su le genti disperse da lor senno poi che scomparve nel celeste ardore; | 60 | |
mill’anni verso su mille scendenno verso gli abissi i figli a sua visione, pel spregio vile che di lui ne fenno. | 63 | |
Metà al levar metà al calar che pone ogni astro, in questo mondo, è in su per mille mill’altri per l’ingiù ne ripropone. | 66 | |
Salgano per l’insù quelle scintille dal Foco primo Che votò l’impero cui Kal, fatuo del tempo, dipartille, | 69 | |
sale mille momenti il lume vero, scala quell’arco e corre al culmin suo, poi scende uguale, per chiamarsi intero; | 72 | |
così fa, al mondo, quel perfetto duo di sua beltà, donde ne puoi capire posto, un percorso, che sarà lo tuo. | 75 | |
Sopra di questo tu potrai salire se fletti grato la diritta nota mossa da Krishna a te e Sua devota. | 78 | |
Sali alla ruota del samsara, stando per essa in corsa che le è marginale, finché la specie umana viene, quando | 81 | |
puoi scender giù da giostra e carnevale; sembianza umana ottieni sulla cima da cui sali la via discesa prima. | 84 | |
Gesù ci culminò nell’anno mille, apice a due millenni volti 4 in cielo, la cupola, al pinnacolo, ha scintille, | 87 | |
i santi espressi dal sommesso velo, sri Vishnu vi ha il Suo polo e il Suo reame soave ed avvolto come le Sue dame. | 90 | |
L’inno del sol ricorre al mezzogiorno e il sacerdote pensa che, alla nona non sarebbe più il tempo a un piatto adorno | 93 | |
per la più ricca e celebre Persona e canta la Gayatri col sole al mezzo, di nostalgia ardente pregio o prezzo. | 96 | |
Ecco l’estate, s’intermedia l’anno, sri Krishna i cereali, frutta e ortaggi ri ha dai campi Suoi al Suo scranno, | 99 | |
il medio evo, media età dei saggi è culminante e è piena la stagione e il centro del ritorno alla magione. | 102 | |
Trentacinque anni, raja bhoga, al summo “Ma io che sto dando? Dove stanno i frutti? Dove i valor che a coltivar ne fummo?” | 105 | |
A Campaldino dei funesti lutti eran le due per ver di già passate, passa l’impero e passerà l’estate. | 108 | |
Note:
1 ) Manipoli.
2 ) L’incoronazione del 962 in Laterano.
3 ) Corrado di Svevia, alla terza crociata, nel 1147, risparmiò Gerusalemme.
4 ) Come nella cupola della volta celeste.
| ||
Il fulgore per il contenimento dell’offerta massima o raja bhoga viene onorato da sri Krishna al culmine di ogni ciclo. La qualità è la prerogativa dell’essere minuto, non la quantità, che è riservata a sri Krishna. Il raja bhoga, l’offerta maggiore per sri Krishna, avviene fra la sesta e la settima delle dodici ore del tempo diurno, cioè allo zenit. Nel “giorno” o arco di duemila anni, il milleduecento sessanta o il milleduecentoottantanove è già pomeriggio, momento ormai dei dolci… stili per Lui, Che li vuole, ispirandoli. Chi ha perseverato nell’offrirli, sebbene più modesti del grande impero meridiano del mille, potrà inchinarsi e retrocedere riguardosamente avanti alle sakhi, le quali espandono, nella rimembranza della timidezza di sri Krishna Che andò via all’alba, il riservato e silenzioso dolore della separazione da Lui, nel Suo castello. |
L’offerta di mezzogiorno
Iscriviti a:
Post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento