sabato 3 gennaio 2015

Il Bija del Patto dell’Alba

Il Bija del Patto dell’Alba





Se ora intorno alla stella polare orbitiamo come anime-gocce impastate che si aggravino dell’argilla della materia, è perché noi, elementi della polvere ai margini della reggia, ci siamo allontanati dal Parikrama, dalla circumambulazione della residenza di shri Krishna ; sapevamo che Egli sarebbe rimasto fedele al patto dell’alba e per trovare ancora shri Krishna siamo discesi in questo avvallamento, accompagnandoLo attraverso i raggi della vista, che Egli dà, formando l’orizzonte.
L’Oratore ed il pubblico s’ispirano a vicenda e reso prolifico dalla prakriti che vuole ascoltarLo shri Krishna compone, per lei, questa creazione ulteriore nell’arte infinita per varietà e bellezze con il dramma orrido del Proprio nasconderSi.
Ad ogni esordio di giornata Shri Krishna passava, con i vitelli, guardandoci, forse, dentro di Sé, perché nessuno osava mirarLo in viso. Shri Krishna coltivava con i buoi seminando quegli albori nel campo nostro- come memoria dell’attenzione Sua- che shrimati Radha ci custodisce. Il seme o bija dello Sguardo di shri Krishna, ricevuto da shrimati Radha con gli occhi bassi e con il viso rosato, nel loto del pensiero è il figlio custodito da lei, che Vrinda le paragona al rampicante del gelsomino sul tronco dell’albero Tamala, blu come shri Krishna.
L’indole di ogni cosa preziosa è di rifugiarsi nella Custodia; il ricordo del colore, delle qualità di shri Krishna è la riservatezza ed il firmamento dell’anima. Il libro, sacro, della vita nostra con shri Krishna è foderato della notte che Ne adora la Sembianza, che, tinta dal tocco Suo è, per essenza, monoteista.
Quando i buoi fendono la terra, questa s’ apre come il loto di Vrindavana che è raccolto nel Libro sacro, all’alba dischiuso. Shri Krishna dal viso di luna sbocciata, esce quindi di scena verso ponente, dove sta la collina Govardhana; shrimati Radha risponde dal levante del kunja profumato di basilico selvatico premendoLo soavemente con la forza inafferrabile della timidezza che Gli restituisce con un silenzio. Quindi shri Krishna Si estende, come la Notte dell’intimità illimitata, immedesimandoSi nella Propria devota aurorale e seguace.
Per l’anima, frammento risibile del sorriso di shri Krishna Che la nutre, avere shri Krishna davanti è la totalità che soverchia.
Saprebbe di escludere sé stessa pensando come sia inutile chi è privo di grazia simile e che essa medesima, “prima”, sia stata inutile.
Poi le idee esclusive isolano e shri Krishna scompare. L’anima racchiude allora shri Krishna nel tessuto della dissimulazione, che è la parvenza individuale, poiché il bija e figlio che lei ospita è l’adi – cintamani, il monile primevo del pensiero.
Quando shri Krishna, guardandoci felice di Sé Stesso, ci trova in armonia con Lui laddove tutti gli elementi lo sono, conosciamo perché shrimati Radha dia, in replica umile, la felicità in persona mentre ogni cosa le rammenta di shri Krishna.
L’ape regina esalta il valore floreale assumendo le essenze dalle corolle conseguenti all’Essenza fondante che shri Krishna è; il tempio in fiore degli occhi di shri Krishna è l’Altare al Quale shrimati Radha offre, dal Quale è motivata ed al Quale noi siamo intimamente mossi.
La nullità, chi poté mai annullarla? Nella tinta ammaliante, che per i gufi rappresenta il nulla dell’oblio, vediamo la bandiera del lutto e di vedovanza dalla visione di shri Krishna, individuiamo il vessillo nerastro dei Suoi nostalgici; nelle sue pieghe al vento ci sono i deva, gli umani ed i demoni e lo stendardo del buon Seminatore delle occhiate ineffabili che ci lascia anima noi entità simili a fotoni in virtù dei Suoi raggi riflessici da shrimati Radha, adesso umile ed amplificante; a lei affiliate, nell’ora primaria del patto aurorale, emergevamo come granelli di luce, dalla terra.
I deva sanno che la gloria sorgiva ed aurea viene dietro sottomessa al nimbo lunare del cospetto di shri Krishna, il pensiero del Quale è il marchio dell’anima fulgida.
Il prana della brezza primaverile dai giardini di Tulasi e di Kunda di shri Krishna è l’aria vitale e vortice che sradica l’esistenza della dualità; quel vento di paradiso è l’inno ed è il canzoniere, annunziando il bija del patto dell’alba.

Nessun commento:

Posta un commento